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Il futuro è qui: l’ascesa del mercato dell’arte contemporanea a Mumbai
17/01/2024

Il futuro è qui: l’ascesa del mercato dell’arte contemporanea a Mumbai


di Elisabetta Roncati


Secondo alcuni commentatori la motivazione sarebbe da attribuirsi ai numerosi cantieri edili che costellano la seconda città per densità abitativa del mondo: all’incirca 10.000 stando agli ultimi dati. Gli stessi che progressivamente ammalorano la qualità dell’aria della metropoli, avvicinandola sempre più ai livelli d’inquinamento di Nuova Delhi. Lo sfrenato progresso edilizio contribuirebbe, tra l’altro, all’aumento dei capitali di molti imprenditori facoltosi interessati all’arte contemporanea. Del resto Mumbai, rispetto alla capitale, è sempre stata il polo finanziario, industriale e cinematografico dell’India, Bollywood docet, meno focalizzata sul versante turistico.







Così le gallerie locali hanno pensato di fare rete e a queste si sono aggiunte anche le nuove sedi di operatori provenienti da altre zone dello stato, dando vita alla Mumbai Gallery Association. Animata soprattutto da grandi operatori commerciali artistico-culturali, che hanno evidenziato una forte espansione post pandemia, si presenta meno caratterizzata da realtà o spazi indipendenti. Dunque, tra i top player si annoverano Sakshi Gallery e Chemould Prescott Road, la più antica galleria della città, che quest’anno ha presieduto uno dei due eventi storici dell’associazione: il Mumbai Gallery Weekend, tenutosi la scorsa settimana e attivato nel 2012 da sole nove realtà. Suddiviso su 4 giorni, dall’11 al 14 gennaio 2024, ha visto la partecipazione di ben 34 gallerie: APRE Art House, Akara Contemporary, Akara Modern, Anupa Mehta Contemporary Art, Art Musings, Art and Charlie, Chatterjee & Lal, Chemould CoLab, Chemould Prescott Road, Cocoon Fine Rugs x Priyasri Art Gallery, Cymroza Art Gallery, DAG 1, DAG 2, Experimenter Colaba, Galerie ISA, Galerie ISA 9, Galerie Mirchandani+Steinruecke, Art & Soul, Gallery Maskara, Gallery XXL, Jāmaat, Jhaveri Contemporary, Kamalnayan Bajaj Art Gallery, Method Juhu, Method Kala Ghoda, Nine Fish Art Gallery & The Dot Line Space, Priyasri Art Gallery, Project 88, Sakshi Gallery, SqW:Lab, Taj Art Gallery, Tao Art Gallery, TARQ, Vida Heydari Contemporary.
In particolare, la manifestazione è stata caratterizzata dall’apertura di numerose esposizioni e da performance organizzate per l’occasione, come “Line of Fire” di Nikhil Chopra. Tra le altre si sono distinte due gallerie di recente apertura: Akara Contemporary, nuova branca della realtà dedicata al XX secolo Akara Modern, che ha presentato dei lavori in cera d'api, resina e disegni a penna di Bhagyahsree Suthar e XXL, aperta nel 2023 con focus sull'arte urbana. Sempre lo scorso anno ha preso il via anche la prima edizione di Art Mumbai, tenutasi a novembre con la partecipazione di 50 realtà di cui circa la metà provenienti da Nuova Deli. Nonostante la capitale abbia già la sua fiera d’arte, India Art Fair che si svolgerà a febbraio 2024, tutti i partecipanti hanno riscontrato ottimi risultati.







Ciò che rende Mumbai particolarmente attraente sono i suoi collezionisti, maggiormente interessati all’arte contemporanea, alla sperimentazione e meno conservatori rispetto a quelli della capitale. Senza dubbio, allo stato attuale, l’arte proposta dalle gallerie indiane si rifà soprattutto a creativi e creative locali, ma ci sono ampi margini di sviluppo che potranno interessare in un prossimo futuro i player esteri. Del resto, il contrario già avviene, come nel caso della Experimenter Gallery, con sedi a Calcutta e appunto Mumbai, che partecipa regolarmente a mostre mercato internazionali come Frieze e Art Basel. Inoltre, i collezionisti indiani anagraficamente più giovani dimostrano gusti dettati dai numerosi viaggi all’estero e dall’internazionalità degli scambi, non ultime le interazioni che avvengono tramite i social media. Altro passaggio fondamentale per la città di Mumbai è stata l’apertura, sempre nel 2023, del centro culturale Nita Mukesh Ambani (NMACC) con sale espositive dislocate su una superficie di 1500 metri quadri, oltre ad un teatro da duemila posti. Dal punto di vista artistico può essere definito come una sorta di kunsthalle che prende il nome dalla sua fondatrice Nita Ambani, moglie del secondo uomo più ricco dell'India, Mukesh Ambani, presidente delle Reliance Industries.







In realtà anche tra le città di Mumbai e Nuova Delhi esiste una sorta di rete creativa, come si nota scorrendo i promotori del Mumbai Gallery Weekend, tra cui compare proprio la India Art Fair giunta alla sua quindicesima edizione.
Tornando alle attività della Mumbai Gallery Association, è interessante menzionare l’Art Night Thursday: ogni primo giovedì del mese le istituzioni culturali aderenti offrono orari di visita estesi, occasioni di incontro con operatori di settore e altri amanti dell’arte e inaugurazioni.
A Mumbai i due principali quartieri ad essersi trasformati nelle zone artistiche della città, grazie alla maggior presenza di musei e edifici storici, sono Fort e Colaba, ma il fermento creativo si respira in tutta la metropoli come testimoniano i molti progetti ispirati, ad esempio, alla fiorente industria connessa a Bollywood. Tale vivacità non si ferma alle gallerie, ma si riflette anche sul mercato delle vendite delle case d’asta indiane: chissà che i grandi operatori globali non inizino, nel breve periodo, ad interessarsi maggiormente allo stato più esteso dell’Asia Meridionale.




Genovese di nascita, milanese d’adozione, Elisabetta Roncati ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obbiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale. Interessata ad ogni forma di espressione artistica e culturale, contemporanea e non, ha tre grandi passioni: l’arte tessile, l’arte africana e l’arte islamica.
Consulente in ambito arte, crede fermamente che la cultura abbia il potere di travalicare i confini delle singole nazioni, creando una comunità globale di appassionati e professionisti.
Nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media.
Perché, “L’arte è un incidente dal quale non si esce mai illesi” (Leo Longanesi).

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