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Piano Piano Zero

 

Matteo Negri / Piano Piano Zero

La mia pratica artistica è indirizzata ad analizzare il ruolo percettivo della superficie e del
colore, sia nel campo della scultura che di opere di natura bidimensionale. In particolare
mi sono interessato alla geometria, al fenomeno della variabilità cromatica e della
riflessione a specchio, che ho impiegato come dispositivi stranianti in grado di alterare
l’ordinaria percezione dei volumi e dei piani. Grazie a tale modalità, l’opera smette di
essere una forma fissa ed assoluta, poiché attiva cineticamente una relazione con il
contesto e con lo stesso osservatore che, in qualche modo, la contaminano in un gioco di
continui rimandi visivi.
I materiali che più amo sono l’alluminio, la carta colorata, il vetro e le pellicole cangianti
che consentono, con il loro fascino magico, di andare oltre ad una visione statica e
monolitica dell’opera.

Dimensioni: 50 cm X 36 cm X 46 cm
Periodo: 2020

 

Biografia dell'artista

 

Matteo Negri nasce a San Donato Milanese (MI) nel 1982. Diplomato in scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, a partire dal 2003 l'artista ha lavorato con numerose gallerie d'arte in Italia e all'estero (tra cui Parigi, Londra e Berlino), realizzando numerose installazioni presso gallerie d'arte, spazi pubblici, privati e fiere d'arte.
La sua ricerca artistica si concentra sull'utilizzo di materiali plastici che lavora in modo eclettico passando dalla pietra alla ceramica alla resina, utilizzando colori pop come strumento espressivo per eccellenza. L'artista dopo una breve ricerca sui motori ad iniezione recuperati da iniziali situazioni di abbandono, emerge con una serie di mine sottomarine in ceramica smaltata, con colori tipicamente pop che le rendono oltremodo luminose.
Le bombe finiscono così per somigliare a bizzarri gioielli, che assorbono nella seduzione della forma e del colore la violenza insita nella loro funzione. Ma questa scissione tra forma e contenuto ricorda appunto alcuni meccanismi della retorica pop, che tramite la riproduzione ingigantita degli oggetti spostava l'attenzione dello spettatore dall'originale destinazione d'uso alla seduzione meramente estetica del simulacro.
Dopo la serie dedicata alle mine, l'artista crea un nuovo ciclo di opere che hanno come protagonista il Lego, noto mattone colorato, che assume il ruolo di archetipo della creatività per la possibilità di costruire e creare insita nell'oggetto (il lego), e per la conversione dei valori acquisiti diventando oggetto artistico. Attraverso le modifiche e le manipolazioni, il lego cessa di essere una forma e diventa una metafora della soggettività (l'Ego). Matteo Negri vive e lavora a Milano (Italia).

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