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Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo
22/05/2021

Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo

Al Mart prosegue la linea di indagine che pone a confronto artisti e movimenti di epoche diverse, superando i confini temporali.

Protagonista indiscusso del “suo tempo e del nostro tempo” è Sandro Botticelli presente a Rovereto con un significativo nucleo di capolavori come Pallade e il Centauro, proveniente dagli Uffizi, la Veneredella Galleria Sabauda di Torino e il Compianto di Cristoin prestito dal Museo Poldi Pezzoli di Milano. La Firenze rinascimentale riecheggia nelle opere degli artisti contemporanei, da Giosetta Fioroni a David LaChapelle, da Michelangelo Pistoletto a John Currin. Nel cinema e nella moda, dalla Venerealla Ferragni.

Il Mart. Classico contemporaneo

Èun’arte senza tempoche valica i limiti cronologici e supera le definizioni accademiche quella che Vittorio Sgarbipropone al Mart. Annunciato a inizio mandato, nella primavera del 2019, il disegno del Presidente è quello di “un museo che si occupi di arte, non di limitazioni ideologiche”.

Questa proposta espositiva è coerente con la vocazione originale del museo di Rovereto, inaugurato da quasi 20 anni. Le stesse forme architettoniche richiamano la classicità, a partire dall’omaggio al Pantheon di Roma dichiarato da Mario Botta nell’ideazione dell’ormai iconica cupola. Se già nel 2013 il Mart accostava l’opera di Antonello da Messina con la ritrattistica più recente, è dello scorso autunno la mostraCaravaggio. Il contemporaneoche ha messo in dialogo uno dei dipinti più drammatici del Maestro seicentesco con due fondamentali figure del XX secolo: l’artista Alberto Burri e il poeta Pier Paolo Pasolini. L’indagine prosegue, nella primavera del 2021 con due grandi mostre: dal 2 maggio Picasso, de Chirico e Dalí. Dialogo con Raffaelloe dal 22 maggio Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo.


Botticelli al Mart

In collaborazione con Associazione MetaMorfosi, la mostra muove dal progetto scientifico di Alessandro Cecchi,studioso e direttore della Fondazione Casa Buonarroti a cui si affianca la curatela di Denis Isaia,responsabile del contemporaneo e del public programdel Mart.


Il suo tempo

Il percorso è costituito da tre sezioni che presentano in modo chiaro ed esaustivo la figura e l’opera di Botticelli, tra i prediletti di Lorenzo il Magnifico.

I capolavori in mostra danno conto delle diverse fasi della vita dell’artista: autentico interprete dei profondi mutamenti sociali, politici, culturali e artistici che si registrarono a Firenze nella seconda metà del Quattrocento, Botticelli negli ultimi anni attraversò una crisi esistenziale e religiosa e divenne devoto seguace delle idee del predicatore domenicano fra Girolamo Savonarola.

La fase giovanile e i rapporti con Filippo Lippi portano alla realizzazione, per esempio, del Ritratto di fanciullo con mazzocchiodi Palazzo Pitti degli Uffizi; della piena maturità sono Pallade e il Centauroancoradegli Uffizi e la Veneredella Galleria Sabauda di Torino.

Seguono le opere della fase più tarda e tormentata come il Compianto di Cristodel Museo Poldi Pezzoli di Milano, il pathos religioso che contraddistingue la Flagellazione e l’Andata al Calvario, finoall’incompiutaAdorazione dei Magi, entrambe degli Uffizi.

In mostra sono presenti anche opere di Filippo Lippi, diFilippinoe di altri grandi artisti, come Antonio del Pollaioloe Andrea delVerrocchioche, insieme, portarono la Firenze del Magnifico a essere considerata la culla del Rinascimentoitaliano.



E il nostro tempo

La seconda parte dell’esposizione testimonia, attraverso indiscussi capolavori dell’arte contemporanea dagli anni Sessanta a oggi, come Botticelli sia l’artista a cui tutta la nostra cultura visiva fa riferimento, il perno attorno al quale far ruotare il concetto stesso di bellezza.

A lui hanno guardato artisti della Pop art italiana, come Mario Ceroli, Giosetta Fioroni eCesare Tacchi, ma anche in anni immediatamente successivi figure come Michelangelo Pistolettoe Renato Guttuso.

Le influenze di Botticelli si ritrovano nelle opere di artisti internazionali come Fernando Botero, David LaChapelle, Oliviero Toscani, John Currin, Vik Muniz, Awol Erizkuo nel cinema di Federico Fellini; rivivono negli abiti della stilista e sindacalista Rosa Genonie nelle collezioni della Maison Valentino, invadono le riviste patinate su cui posa Kate Mosse sono co-protagoniste alle foto dell’influencerpiù importante del mondo, Chiara Ferragni.

Tra riferimenti formali e tematici, la mostra conduce a inevitabili riflessioni sulla narrazione e sulla rappresentazione del corpo della donna.

A far da padrona è l’immagine della Venere, fra tutte la più frequentata dalla contemporaneità. Come un’ossessione ricorrente che attraversa i secoli, tra canoni immutati e nuovi paradigmi estetici, in mostra la Venereè bianca, nera, grassa, magra, transgender, eterea o popolare, quasi sacra e mondana, a seconda dell’artista che la cerca.

La mostra è accompagnata dalle video introduzioni alle opere diVittorio Sgarbi, Alessandro Cecchi, Elisa Infantino, Riccardo Venturie da un volume pubblicato da Silvana Editoriale.

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