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Gestione, pianificazione e protezione delle collezioni d'arte: le società benefit
21/04/2021

Gestione, pianificazione e protezione delle collezioni d'arte: le società benefit



di Avv. Arianna Leonardelli, associate di Pavesio e Associati with Negri-Clementi


Tra gli strumenti più interessanti di gestione, pianificazione e protezione delle collezioni d’arte si trovano le società benefit.

Le società benefit sono una forma societaria recentemente introdotta dalla Legge 28 dicembre 2015, n. 208 c.d. Legge di Stabilità 2016, sulla scorta del modello delle Benefit Corporation presenti negli USA, allo scopo di dar vita anche nell’ordinamento italiano a società nelle quali conviva lo scopo for profit con quello for benefit.
In tale contesto, l’Italia vanta il primato di essere il primo paese in Europa e nel mondo, al di fuori degli USA, ad aver introdotto una specifica normativa per le società benefit.
È opportuno in ogni caso specificare che non si tratta di imprese sociali o enti non profit, ma di una evoluzione positiva dei modelli di impresa a scopo di lucro, oggi resi più adeguati alle sfide e alle opportunità dei mercati del XXI secolo e agli obiettivi sociali.

In particolare le società benefit, da un lato, esercitano un’attività economica a scopo di lucro e distribuiscono utili ai propri soci e, dall’altro lato, integrano nel proprio oggetto sociale uno scopo di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interessi.
Le finalità for benefit devono essere esplicitate, con un certo grado di specificità, nell’oggetto sociale indicato nello statuto e sono perseguite dalla società mediante una gestione volta al bilanciamento tra l’interesse dei soci con l’interesse di coloro sui quali l’attività sociale possa avere il proprio impatto di beneficio comune.
Tali obiettivi vanno inoltre monitorati nel tempo attraverso relazioni annuali di valutazione dell’impatto generato e del raggiungimento delle finalità prefissate.
La declinazione di simili obiettivi nell’oggetto sociale, e quindi nello statuto di una società, consente peraltro la protezione dello scopo e obiettivo sociale stesso anche rispetto a eventuali ingressi di nuovi soci, a cambi di controllo, a passaggi generazionali e persino quotazione in borsa e consente non solo ai soci originari, ma anche a imprenditori e investitori di coltivare la missione della società.

D’altra parte l’introduzione normativa di un simile genus societario non ha determinato la creazione di un nuovo tipo sociale.
Infatti qualsiasi società di persone, di capitali o cooperativa, ove contenga nel proprio oggetto sociale uno scopo sociale, può assumere la qualifica benefit e ha la facoltà (non si tratta di una prescrizione obbligatoria) di inserire nella propria denominazione la specifica “società benefit” o l’abbreviazione “SB”, oltre che utilizzare tale denominazione nei titoli emessi, nella documentazione e nelle comunicazioni verso terzi.
Ciò assicura alla società benefit un indubbio riconoscimento reputazionale rispetto ai soggetti che dovessero entrare in contatto con tale realtà e una forte capacità attrattiva di talenti e investitori.





Ad oggi, lo status giuridico di società benefit è stato adottato da circa 500 aziende italiane, che riconoscono in tale forma societaria il modello ottimale per affrontare le sfide del nuovo millennio.
La maggior parte delle società benefit italiane ha scelto di perseguire uno scopo sociale declinatosi nella tutela ambientale, ma l’auspicio è che la forma di società benefit venga utilizzata anche per il perseguimento di obiettivi culturali e artistici, tra cui quello di tutela del patrimonio culturale, anche nel contesto dei passaggi generazionali.
A tal proposito, infatti, tra gli obiettivi sociali di una società benefit si potrebbe indicare la promozione dell’arte, il sostegno a enti, organizzazioni, istituzioni e musei, la preservazione di un estate artistico, della produzione di un artista o, ancora, di una collezione, in tal modo coniugando una missione nel lungo termine alla creazione di valore condiviso.

La tutela del valore dell’arte e del patrimonio artistico del nostro paese negli ultimi anni è infatti divenuta elemento strategico per le imprese, trainante la crescita, anche occupazionale, dell’economia. Ciò può trovare efficace esplicazione nelle società benefit, che coniugano due mondi differenti eppure, nei tempi attuali, sempre più correlati: il mondo delle imprese e il mondo della cultura e dell’arte.

Al contempo, anche la tutela del valore sottostante al patrimonio in arte che un collezionista possieda può rappresentare fonte di un beneficio comune.
Tra gli obiettivi che governano le logiche del passaggio generazionale di un patrimonio artistico, infatti, possono ben convivere sia il desiderio di conservazione unitaria della collezione in un’ottica di preservazione del valore sia artistico che economico per i proprietari e gli eredi, sia la scelta di destinazione e fruibilità al pubblico della collezione stessa.
D’altra parte, il forte coinvolgimento, anche emotivo, della famiglia proprietaria di un patrimonio artistico spesso si esplica anche in una volontà di promuovere e conservare al meglio la collezione. Attività queste ultime che richiedono una specifica gestione della collezione anche attraverso raccolta di fondi e investimenti utili a sostenere nel tempo la crescita del patrimonio artistico tramite le generazioni che si succedono.

Rimane dunque fermo l’auspicio di un maggior utilizzo nell’ambito dell’arte dello status di società benefit e dell’adozione del descritto modello di business, che risponde appieno alla corporate social responsibility (responsabilità sociale d’impresa): un’idea moderna che coniuga interesse privato e beneficio comune, guadagno da un lato e restituzione dall’altro.






Arianna Leonardelli è associate di Pavesio e Associati with Negri-Clementi da gennaio 2021. Avvocato del Foro di Milano dal novembre 2017, Arianna esercita la professione in materia di diritto societario e commerciale. Negli anni ha maturato una significativa esperienza nella redazione di documenti societari e accordi funzionali alla gestione di relazioni commerciali e nell’assistenza in acquisizioni e operazioni straordinarie. Arianna è appassionata d’arte e di temi inerenti al passaggio generazionale e al wealth management. Si è laureata a pieni voti presso l’Università degli Studi di Pavia nel 2015, discutendo una tesi in diritto commerciale delle piccole e medie imprese avente ad oggetto le start-up innovative in forma di s.r.l.s.

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