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L’arte non è uguale per tutti
02/10/2019

L’arte non è uguale per tutti


di Marco Tonelli


Archiviata dalla Procura la denuncia della sovrintendenza di Venezia sul murales realizzato da Banksy e soprannominato Naufrago bambino, dipinto su un muro vincolato di un’abitazione di Ca’ Foscari!
Se diamo un’occhiata al muro lo vedremo, scrostato, senza intonaco, bisognoso di urgente restauro, a filo dell’acqua: il vincolo a che serve se non tutela la conservazione ma l’intervento non autorizzato?
Il murales è di Bansky, o almeno lo stile è il suo, ma ovviamente essendo l’artista senza volto né identità, non possiamo sapere se sia un’opera autografa, che chiunque con un minimo di abilità saprebbe rifare.
Insomma il caso sembra porsi su una commedia degli equivoci.
Però è utile per riflettere su un fatto: l’intervento, di fatto illegale, sarebbe stato archiviato perché un’opera d’arte. Il graffito ora sarebbe a sua volta protetto, ma se fosse stato fatto sul David di Michelangelo o su un muro del Colosseo (l’avesse fatto Mark Rothko al culmine del suo successo), l’avremmo archiviato perché opera d’arte? E poi basta che un’opera sia d’arte per farla franca? Se un artista, anche molto riconosciuto e quotato come Bansky, facesse esplodere un monumento equestre in una piazza di Milano o tirasse bottiglie piene di smalti industriali sull’altare di Isenheim a Colmar, archivieremmo il caso perché arte? Ovviamente no: avesse Duchamp dipinto i baffi sulla vera Gioconda e non su una sua riproduzione lo avrebbero arrestato e l’opera restaurata.
E se il nostro artista progettasse rapine in banca o truffe informatiche? Non sono forse anche gli hackers a loro modo degli artisti?
Il sottotesto del caso “Bansky e un muro vincolato di Venezia” nasconde un altro significato: che un reato, se a commetterlo è un artista riconosciuto dal mercato e le sue opere di rilevante valore economico, non è tale e che nel campo estetico e del sistema dell’arte la legge non è uguale per tutti. L’arte dà sì immunità, ma non a tutti allo stesso modo.





Marco Tonelli (Roma, 1971), critico e storico d’arte, ha curato cataloghi e mostre di arte moderna e contemporanea. È stato Assessore alla Cultura e al Turismo per il Comune di Mantova, Commissario inviti della XIV Quadriennale di Roma, Direttore artistico della Fondazione Museo Montelupo Fiorentino. Presso il Palazzo Ducale di Mantova cura il progetto Scultura in Piazza e attualmente è Direttore artistico di Palazzo Collicola, Spoleto. Tra le pubblicazioni più recenti principali: Leoncillo: Piccolo diario 1957-1964 (2018); Francis Bacon. Le atmosfere letterarie (2014); The Art Horror Picture Show. Dalla Transavanguardia alla Transfunzionalità (2011); Pino Pascali. Catalogo generale delle sculture 1964-1968 (2011).

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