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La fiera di arte contemporanea: quello che c’è da sapere
01/04/2022

La fiera di arte contemporanea: quello che c’è da sapere

di Giulia De Sanctis

La fiera d’arte contemporanea è parte integrante dell’intero ecosistema dell’arte: riunisce contemporaneamente tutti gli ‘addetti ai lavori’, dagli artisti ai critici, dai collezionisti ai mecenati fino ai semplici amanti dell’arte, tutti in un unico luogo per una media di tre o quattro giorni con come obiettivi primari la compravendita, la conoscenza di nuovi trend, delle nuove realtà artistiche e, di conseguenza, arte di qualità. Questa tipologia di manifestazione solo negli ultimi quindici anni è diventata un evento irrinunciabile per un professionista del mondo dell’arte, complice l’espansione del mercato che ha portato un rapido sviluppo delle strutture di vendita.


L'origine delle fiere d'arte contemporanea


Quando ha avuto effettivamente origine questa tipologia di manifestazione? Le fiere d’arte contemporanea, legate allo scambio delle merci, si sono sviluppate con il fiorire del mercato, poiché le relazioni economiche hanno bisogno di occasioni organizzate e fissate ogni anno per permettere la nascita di nuovi accordi o il loro rinnovo. Il mondo artistico è distinto in due tipologie di sistemi economici, uno legato all’antiquariato e l’altro a quello contemporaneo, ognuno di essi con un proprio funzionamento, istituzioni di riferimento, regole e mercato. Il primo vero esempio di fiera dell’arte della contemporaneità nel XX secolo è l’Armory Show: ideato nel 1913 dall’artista Arthur Davies, l’esposizione fu fondamentale per la cultura d’avanguardia e Davies creò un evento che mise in mostra opere impressioniste, espressioniste e cubiste con il sostegno dell’élite culturale newyorkese. L’Armory Show può essere considerato l’antenato dell’attuale fiera d’arte contemporanea per la presenza di opere di recente fattura, l’utilizzo di una location luminosa e minimal e l’allestimento a compartimenti e, dopo questo esempio, bisognerà aspettare fino agli anni ‘70 per ritrovare una fiera d’arte simile ai giorni nostri.


La prima edizione dell'Armory Show, 1913


Le fiere più importanti: da Art Basel a Miart


Una delle prime fiere d’arte contemporanea che ad oggi è una delle più importanti del panorama artistico è Art Basel, fondata a Basilea nel 1970 per volere di alcuni artisti: Ernst Beyeler, Trudi Bruckner e Balz Hilt ed ebbe un successo senza precedenti fin da subito. Furono selezionate novanta gallerie provenienti da dieci paesi diversi e vide un’affluenza di 16.000 visitatori, una cifra da capogiro per l’epoca, consacrandola come appuntamento imperdibile e uno dei più attesi. Caratteristiche che diventeranno poi la prassi nelle fiere d’arte sono la presenza di comitati di selezione esigenti, location ampie, anonime e vuote - come nel caso del primo Armory Show - e le opere sono rigorosamente di artisti contemporanei. Nel 1974 vennero fondate rispettivamente la fiera d’arte parigina FIAC (Foire Internationale d’Art Contemporain), kermesse che ha avuto luogo per la sua prima edizione alla vecchia stazione della Bastiglia, in seguito spostata al Grand Palais e al Petit Palais, sedi originarie dell’Esposizione Universale del 1900, e Arte Fiera a Bologna. Quest’ultima, nata come fiera campionaria, riuscì a diventare autonoma e a imporsi a livello nazionale e internazionale. Nel 1982 viene inaugurata Arco, la prima fiera d’arte contemporanea spagnola, fondata dalla gallerista Juana de Aizpuru - chiamata Juana de Arco per il suo coraggio - la manifestazione fieristica permise alla Spagna di aprirsi al mercato artistico internazionale e si conferma ancora oggi come uno degli appuntamenti più importanti nel mondo dell’arte. Da citare sono inoltre TEFAF a Maastricht, FRIEZEArt Fair a New York e Londra e Art Dubai. Nella penisola italiana, oltre ad Arte Fiera, si ricordano Artissima a Torino e Miart a Milano. Sono entrambi molto più recenti rispetto alla fiera d’arte bolognese e nascono in un periodo di crisi profonda del mondo artistico. Artissima viene fondata da un gruppo di privati e la selezione degli artisti e delle gallerie si fa più esigente, facendo della specializzazione dell’offerta una sua caratteristica che tramanderà alle fiere più recenti, permettendo alla fiera di delineare un target ben preciso; ricerca e sperimentazione sono le parole chiave e vincenti della fiera d’arte torinese. Miart viene inaugurata l’anno dopo Artissima, nel 1995, ma non ebbe il successo immediato della manifestazione torinese: infatti dovrà attendere gli ultimi anni per avere i riconoscimenti adatti, nonostante le sue condizioni favorevoli tra la presenza di gallerie big e grandi influenze internazionali.


Art Basel nella sua prima edizione del 1970, foto di Kurt Wyss


‘How to’ partecipare ad una fiera se si è una galleria d’arte

Una galleria d’arte per poter partecipare ad una fiera deve presentare un’ottima selezione di opere e una componente economica consistente nella quota di iscrizione da dover pagare per partecipare, variabile a seconda della fiera scelta, e nell’affitto dello stand, il cui prezzo è calmierato al metro quadro, il quale richiede costi sostanziosi per la sua sistemazione; infine i costi del trasporto delle opere e delle assicurazioni. E’ necessario inoltre fare la distinzione sulle due tipologie di gallerie che partecipano alle fiere: le big e le emergenti. Le prime hanno l’obiettivo di mostrare nuovi lavori e intrattenersi con il pubblico internazionale, mentre le seconde hanno il bisogno di entrare nella rete, poter farsi conoscere e rimanere in vista per tutto l’anno, magari portando una selezione di opere originali e che possano attirare l’attenzione.


In conclusione, la fiera d’arte contemporanea è uno degli eventi più importanti dell’ecosistema artistico internazionale, poiché dà un’occasione di confronto, crescita, in cui novità o semplici aggiornamenti donano un panorama completo sull’arte contemporanea e sulla sua eterogeneità. Un evento che unisce la compravendita alla mondanità, poiché partecipare conta tanto quanto vendere.





Dopo aver conseguito il diploma di liceo linguistico, l’amore per l’arte ha portato Giulia De Sanctis (Torino, 1998) a laurearsi in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ha collaborato con gallerie d’arte torinesi come assistente, occupandosi della catalogazione delle opere, di allestimento delle mostre e dell’ufficio stampa. Collabora attivamente con diverse riviste e testate web del settore artistico.

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