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Miami Art Week: i must seen della settimana dell’arte a stelle e strisce
01/12/2021

Miami Art Week: i must seen della settimana dell’arte a stelle e strisce


di Elisabetta Roncati

Ultimo appuntamento del calendario fieristico prima di salutare il 2021, tenendo le dita incrociate per la nuova stagione.

L'autunno è stato caratterizzato da un vero tour de force per collezionisti ed appassionati: gli eventi di valore sono stati talmente tanti da farci dimenticare le online viewing room dei mesi bui della pandemia.
Purtroppo negli ultimi giorni ci ha pensato la variante Omicron ad agitare le acque, senza però mettere in pericolo lo svolgimento di Art Basel Miami che, come di consueto, si tiene in chiusura d’anno dal 2002. Un profluvio di inaugurazioni, fiere satellite, pop-up di design animano Miami Beach.
Ma iniziamo dalla protagonista: 253 gallerie, di cui 43 new entry, da 36 nazioni attendono i visitatori al Convention Center da domani fino al 5 dicembre.
Sostanzialmente il format è rimasto invariato con Meridians, la porzione dedicata ai progetti su larga scala, che torna per il secondo anno consecutivo. Da non perdere al suo interno il progetto di Yinka Shonibare “Moving Up”, un'installazione che racconta la migrazione di sei milioni di afroamericani dagli stati rurali del sud alle città del nord, del Midwest e dell'ovest dal 1916 al 1970. Nicholas Galanin si è invece dedicato alla rappresentazione delle complessità, sfaccettature e molteplici identità della cultura indigena.





Come accade a Basilea anche la tappa statunitense è affiancata da Design Miami, un must seen per chiunque voglia stare al passo con le ultime novità in fatto di mobili e decorazioni.

Passiamo ora agli eventi satellite come NADA (New Art Dealers Alliance) Miami, lo spin off dedicato ai talenti emergenti e agli editori indipendenti che si tiene all’Ice Palace Studios da oggi a Sabato. Da segnalare il lavoro di Celia Rakotondrainy esposto dalla galleria di Washington DC Chela Mitchell.

Untitled Art, mostra mercato all’attivo ormai da una decina di anni, punta a stupire i visitatori partendo già dalla location fronteggiante il mare. Le opere d’arte, provenienti da gallerie indipendenti, sono state selezionate da quattro curatori internazionali. Il programma si arricchisce di spettacoli ed eventi interattivi.





Giunta alla ventesima edizione la fiera Scope si concentra su nuovi artisti e media espressivi emergenti, tra cui gli NFT. Alla sera la location all’801 di Ocean Drive ospiterà una lunga serie di eventi per intrattenere i 125 galleristi ed i molti visitatori.

Per quanto riguarda le mostre sono moltissime quelle interessanti da segnalare.

A cominciare dalle retrospettive dedicate a Jadé Fadojutimi e Hugh Hayden all’Institute of Contemporary Art Miami per poi proseguire con gli artisti Otis Kwame Kye Quaicoe e Kennedy Yanko che al Rubell Museum hanno finalmente presentato le opere realizzate durante le residenze presso l’istituzione. Tra i lavori proposti anche alcuni di Genesis Tramaine e Reginald O'Neal.

Al MOCA, Museum of Contemporary Art di North Miami, l’artista polacco Maryan espone i propri lavori degli ultimi quattro decenni grazie alla curatela di Alison Gingeras, mentre al Pérez Art Museum, oltre alla collezione permanente ed al giardino delle sculture, si può ammirare la video installazione psichedelica dell’artista e regista italiano, naturalizzato canadese, Marco Brambilla.





Il Bass Museum propone, invece, un particolare progetto di Alex Israel in collaborazione con la nota app Snapchat. Le opere d’arte esposte, una volta inquadrate con lo smartphone, rivelano ulteriori dettagli inaspettati e non visibili senza il mezzo tecnologico.





In conclusione, uscendo dai classici percorsi artistici, è interessante notare come l’arte invada davvero spazi inusuali e location alla moda che si prestano e convertano all’arte e alla cultura per un’intera settimana.
Ad esempio il famoso hotel Ritz-Carlton ospiterà una serie di eventi dedicati al tema della sostenibilità introdotti dagli artisti Serge Attukwei Clottey e José Andrés. Il primo per l’occasione ha creato la scultura “The Bodies Left Behind”: una tradizionale barca da pesca ghanese realizzata con fermagli di plastica.
Invece, nel cuore del Miami Design District, campeggia l’installazione del creativo cileno Iván Navarro. “Fight for Your Land”, commissionata dalla Fondazione Vitrinalab, è costituita da quattro opere che riflettono sulle tematiche del controllo, della propaganda politica, della tortura e delle disuguaglianze nord-sud del mondo, emblematicamente posizionate in una struttura dismessa.





Facendo una rapida summa delle proposte salta all’occhio come le tematiche sociali, il dar voce a quelle che vengono definite minoranze siano uno degli imperativi di quest’ultima art week e ciò fa davvero ben sperare per i prossimi appuntamenti targati 2022.




Genovese di nascita, milanese d’adozione, Elisabetta Roncati ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obbiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale. Interessata ad ogni forma di espressione artistica e culturale, contemporanea e non, ha tre grandi passioni: l’arte tessile, l’arte africana e l’arte islamica.
Consulente in ambito arte, crede fermamente che la cultura abbia il potere di travalicare i confini delle singole nazioni, creando una comunità globale di appassionati e professionisti.
Nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media.
Perché, “L’arte è un incidente dal quale non si esce mai illesi” (Leo Longanesi).

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