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A Cremona sbarca Mary Servane con Glitches
29/09/2021

A Cremona sbarca Mary Servane con Glitches


di Elisabetta Roncati

La chiesa sconsacrata di San Carlo riapre al pubblico trasformandosi in un polo per l'arte contemporanea

Per molti anni è stata lasciata in totale stato di abbandono per poi essere definitivamente chiusa: la chiesa seicentesca di San Carlo e San Donnino di Cremona è finalmente al centro di un progetto che mira a creare un dialogo tra arte, territorio e comunità locale. Il nome dato al piano di sviluppo è proprio quello del santo menzionato per primo nell’appellativo del luogo sacro.
Un’opportunità di conoscenza e stimolo della cittadinanza che è stata da subito accolta con notevole interesse.
Oltretutto la scelta di utilizzare i linguaggi del contemporaneo per indagare i cambiamenti della società e favorire la partecipazione attiva è già di per sé degna di nota.





La retrospettiva inaugurale dello spazio vede protagonista la nota artista francese grazie all'ausilio di una rinomata galleria d’arte non della zona, la bresciana APALAZZO, che da anni segue Mary Servane.
Nata nel 1972 a Digione, l’artista vive e lavora a New York, dove le sue opere sono attualmente in mostra al MoMA PS1. Alcune delle sue creazioni sono state inserite nella Schwartz Art Collection della Harvard Business School di Boston; nel Fond Régional d’Art Contemporain, Franche Comte; nel Fonds Régional d’Art Contemporain, Ile-de-France e nel Tucson Museum of Contemporary in Arizona.
Per la retrospettiva cremonese, che ha inaugurato il 15 settembre e terminerà a metà dicembre 2021, è stato creato un nuovo corpus di opere ispirato allo spazio della chiesa.
Tre dipinti di dimensioni monumentali (5m x 5m), che utilizzano come supporto non la classica tela bensì dei fogli laminati di compensato, fanno apparire lo spazio come triangolare.





Si apre così un dialogo che attraversa secoli di storia dell’arte per giungere al periodo caratterizzato dall’espressività astratta.
Il laminato, infatti, regolarmente forato, richiama alla mente proprio una griglia. Inoltre Mary Servane ha rafforzato queste sensazioni grazie all’utilizzo dei colori. Le cromie rimandano più alla stampa che alla pittura, secondo la scala indicata dall’acronimo CMYK (iniziali dei termini inglesi ciano, magenta, giallo e chiave (nero)). La base dei tre dipinti diventa così una sorta di stencil o setaccio attraverso il quale il colore passa, si deposita e si sovrappone. Completa l’effetto uno spray argentato applicato sui pannelli che viene animato dai segni gestuali lasciati dal pennello.
E’ così che alla fine si forma i "difetti", i cosiddetti “glitches” che caratterizzano ciascuna opera pittorica come unica.
Collocati all’interno di uno spazio le cui mura esistono fin dal XVII secolo e resistono sino ad oggi nonostante innumerevoli traversie, questi dipinti ci immergono sì nella storia dell’arte, ma, al contempo, favoriscono nello spettatore una sorta di contemplazione mistica e distaccata che ben ricorda le radici sacre del luogo.
Insomma una gioia per gli occhi che sicuramente sarà di buon auspicio per il prosieguo delle attività del progetto SAN CARLO.




Genovese di nascita, milanese d’adozione, Elisabetta Roncati ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obbiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale. Interessata ad ogni forma di espressione artistica e culturale, contemporanea e non, ha tre grandi passioni: l’arte tessile, l’arte africana e l’arte islamica.
Consulente in ambito arte, crede fermamente che la cultura abbia il potere di travalicare i confini delle singole nazioni, creando una comunità globale di appassionati e professionisti.
Nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media.
Perché, “L’arte è un incidente dal quale non si esce mai illesi” (Leo Longanesi).

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