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Nella mente dell’eclettico Damien Hirst
27/09/2021

Nella mente dell’eclettico Damien Hirst

di Giulia De Sanctis

L’artista britannico Damien Hirst, noto ai più per le sue opere contraddittorie e provocatorie, costituisce intorno a lui il movimento degli Young British Artists, affermatosi nel corso degli anni ‘90. Fin da ragazzo l’artista ha sempre esplorato l’inaccettabilità dell’idea della morte e dalla fine anni ‘80 realizza una grande varietà di installazioni, sculture, dipinti e disegni con l'intento di esplorare la complessa relazione tra arte, vita e morte. La sua veloce ascesa è legata alla vicinanza e promozione da parte del collezionista e pubblicitario Charles Saatchi e dal 1991 inizia a lavorare alla serie Natural History; qui The Physical Impossibility Of Death in The Mind Of Someone Living, consistente in uno squalo tigre di oltre 4 metri posto in formaldeide dentro una vasca: l’opera divenne il simbolo dell’arte britannica degli anni ‘90 nonché suo manifesto; La vendita di essa nel 2004 ha reso Hirst l’artista vivente più caro dopo Jasper Johns. Intimamente legato non solo all’informale, ma anche all’action painting e alla pop art, è noto per le sue tecniche definite spin paintings, realizzate dipingendo su una superficie circolare in rotazione come un vinile sul giradischi, e spot paintings, consistenti in righe di cerchi colorati, spesso imitate dalla grafica pubblicitaria degli ultimi anni.

Un dipinto “Spin” di Damien Hirst nella casa di città di Tina Kim nell'Upper West Side
PHOTO: TIMOTHY DOYON © DAMIEN HIRST AND SCIENCE LTD. ALL RIGHTS RESERVED / DACS, LONDON / ARS, NY 2020


Un’altra opera che ha fatto il giro del mondo per la sua assoluta follia e genialità è sicuramente For the Love of God: realizzato nel 2007 e presentato alla galleria d’arte White Cube di Londra, si tratta di un teschio di platino ricavato dal calco di un vero cranio di un giovane uomo deceduto a 37 anni compreso di denti originali e ricoperto da 8601 diamanti, per un totale di 1.106,18 carati. Sulla fronte in particolare è incastonato un enorme diamante rosa e il titolo dell’opera sembra sia stata ispirata dalla madre di Hirst, la quale ha commentato “per l’amor di Dio!” l’ennesima trovata del figlio; ad oggi l’opera è valutata 99 milioni di dollari. Rivoluzionario è anche l’approccio che ha Damien Hirst nei confronti della clientela spesso bypassando i canali tradizionali delle gallerie e vendendo direttamente al pubblico attraverso aste milionarie come Sotheby’s - nel 2008 ad una loro asta, senza intermediazione della galleria, sono stati venduti 244 nuovi lavori di Hirst - o art shop dedicati, per cui prolifica la produzione seriale degli spot-paintings e spin-paintings e i lavori più di modeste dimensioni permettendo così ai molti galleristi e privati, di possedere un pezzo prêt-à-porter dell’artista.

Il primo obiettivo di Hirst nella sua poetica artistica è di creare un avvenimento, rendendo importante lo shock che provoca la sua arte che essa stessa e, come molti altri artisti da Andy Warhol in avanti, non crede più nella manualità dell’autore, bensì nell’intento di voler comunicare idee ed essere un marchio. Ad oggi l’artista si è affacciato al mondo del NFT con The Currency, la sua prima collezione di 10 mila Token non fungibili che corrispondono a 10 mila opere d’arte fisiche uniche, dipinte a mano su carta e conservate in un caveau sicuro nel Regno Unito; ciascuno degli NFT, disponibile per l’acquisto al prezzo base di 2 mila dollari, è sottoposto a un contratto molto particolare: gli acquirenti devono decidere entro entro un anno se voler mantenere la proprietà dell'NFT oppure del lavoro fisico. Nel primo caso, l’opera cartacea verrà bruciata, mentre nella seconda ipotesi, invece, si perderanno i diritti sull’opera basata sulla blockchain. “Questo progetto è prima di tutto sull’arte e sulle persone, ma indaga anche la conoscenza e il valore in generale e in particolare il valore dell’arte” spiega Damien Hirst e ponendo il quesito: “A quale supporto si da più valore, più credito? NFT digitale oppure l’opera d’arte fisica?”.






Dopo aver conseguito il diploma di liceo linguistico, l’amore per l’arte ha portato Giulia De Sanctis (Torino, 1998) a laurearsi in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ha collaborato con gallerie d’arte torinesi come assistente, occupandosi della catalogazione delle opere, di allestimento delle mostre e dell’ufficio stampa. Collabora attivamente con diverse riviste e testate web del settore artistico.

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