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Opposti che si attraggono: l'arte di Paolo Ceribelli
21/07/2021

Opposti che si attraggono: l'arte di Paolo Ceribelli


di Elisabetta Roncati

“La guerra è un cavalletto, i politici sono il quadro e i soldati sono il colore.”
Gabriele Ristallo


Più si ammirano le opere di Paolo Ceribelli e più ci si convince che l’artista abbia inconsciamente fatto proprio questo aforisma. Autodidatta, classe 1978, ha sostituito i guizzi di colore con oggetti tridimensionali, trasformando le tele in una sorta di organismi completi.
L’ulteriore particolarità dell'arte di Paolo Ceribelli è che le miniature utilizzate al posto delle pennellate sono spesso afferenti al tema bellico. Soldatini e carri armati assumono così un duplice ed antitetico significato: da un lato dei “memento mori” del terzo millennio, dall’altro si svuotano delle accezioni originarie per trasformarsi in puri e semplici moduli.
Ed è così che la ripetizione di strutture fortemente geometriche e matematiche si unisce alla pittoricità ed espressività più libera, grazie all’amalgama del risultante effetto cinetico complessivo.





Con la sua incisività Ceribelli riesce, poeticamente e senza sforzo, a ricomporre concetti e sensazioni contrarie, dimostrando ancora una volta nella storia dell’uomo come gli opposti si attraggano. Alla base della vita vi è la comparazione: lo yin e lo yang, due facce della stessa medaglia. Come lo sono, ad un’analisi attenta e profonda, la guerra e la pace.
Nelle prossime righe saranno le parole dell’artista stesso a darci un primo assaggio della sua poetica.

E.R. Oggetti incollati sulla tela, a guisa di “pennellate” di colore, traducono le tue opere in maniera tridimensionale. Come mai hai scelto di liberare la tua espressività in tale maniera?

P.C. Rimango sempre affascinato alla vista di opere su tela che hanno una componente tridimensionale, che siano oggetti applicati o la stessa pittura: è come se tendessero alla scultura.
Ho scelto un “modulo” e la continua ripetizione dello stesso che, come un magma di materiale plastico, si ordina attraverso piccoli calcoli per arrivare a compimento.

E.R. Utilizzi prevalentemente soldatini o miniature militari. Questo per ricordare lo stato di perenne conflitto in cui tutta la popolazione mondiale si trova, a seconda dei periodi, o per sdrammatizzare la tensione?

P.C. Entrambi i motivi. Solamente che il significato intrinseco del soldatino va perdendosi lasciando spazio al modulo.

E.R. Il cerchio è una forma ricorrente nelle tue composizioni. Cosa rappresenta per te?

P.C. È una configurazione minimalista alla quale sono molto legato. É stata una delle prime forme geometriche che ho affrontato. Il ciclo delle opere intitolate "Tutto torna", che rappresentano cerchi concentrici, ha per me il significato di un mandala.





E.R. Ci sono dei grandi maestri della storia dell’arte, passata o contemporanea, ai quali ti senti più affine?

P.C. Che dire, sono sempre stato un grande ammiratore di Alighiero Boetti e allo stesso tempo di François Morellet.

E.R. Ci descrivi un'opera esposta da Studio Rossetti su Artsail che rispecchia particolarmente la tua poetica?

P.C. Credo che la piccola opera verde petrolio Embroidery 30 x 40 cm del ciclo "Color Illusion", che sto portando avanti insieme a Studio Rossetti, sintetizzi tutto il mio lavoro: la ripetizione del modulo e la forma del cerchio, che in questo caso si ripete più volte sulla tela come a formare un delicato ricamo.





E.R. Progetti per il futuro: puoi svelarcene alcuni?

P.C. Sto lavorando ad un ciclo di sculture legate alla forma della barricata anticarro.




Genovese di nascita, milanese d’adozione, Elisabetta Roncati ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obbiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale. Interessata ad ogni forma di espressione artistica e culturale, contemporanea e non, ha tre grandi passioni: l’arte tessile, l’arte africana e l’arte islamica.
Consulente in ambito arte, crede fermamente che la cultura abbia il potere di travalicare i confini delle singole nazioni, creando una comunità globale di appassionati e professionisti.
Nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media.
Perché, “L’arte è un incidente dal quale non si esce mai illesi” (Leo Longanesi).

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