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Una citta’ cancella, l’altra scrive. Parola a Lia Cecchin
13/01/2021

Una citta’ cancella, l’altra scrive. Parola a Lia Cecchin



di Giorgia Ligasacchi Art Consultant di Pavesio e Associati with Negri-Clementi

Bye bye 2020, welcome 2021.

Vogliamo iniziare questo nuovo anno insieme a un’artista che ha saputo cogliere e dar voce molto bene al difficile periodo che stiamo vivendo da ormai quasi un anno.
È Lia Cecchin e la sua opera d’arte pubblica si intitola “Una città cancella, l’altra scrive”.
Si tratta di una insegna luminosa al neon, che compone la frase “è un momentaccio!”, installata nel giardino di Villa Croce a Genova il 24 settembre scorso, accessibile e visibile da tutti.
Seppur concepita ben prima dell’emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del Covid-19, il lavoro site specific è una presa di coscienza e un invito alla speranza oltre che un tributo alla creatività anonima di chi ha ideato questa frase e alla forza comunicativa della strada della Torino anni Settanta, segnata da profonde tensioni sociali e politiche, e immortalata in una foto dell’epoca da Gio’ Palazzo. A cogliere l’attenzione dell’artista è stato l’uso di una espressione e di una grafia gentili in forte contrasto con i toni violenti tipici di quel periodo. Quarantaquattro anni di storia italiana raccontataci con semplicità da Lia, attraverso la scritta “è un momentaccio!”. I momentacci di ieri e di oggi, da Torino a Genova, dalla bomboletta spray al tubolare a neon, dagli anni di piombo al Covid-19.

L’idea nasce a fine 2018 quando l’associazione AMIXI per l’arte contemporanea – fondata nel 2013 per sostenere progetti culturali al museo Villa Croce di Genova mentre era curatrice Ilaria Bonacossa – decide di raccogliere l’appello di un giornalista di Repubblica che invitava al recupero della storica insegna dell’Ansaldo quale simbolo industriale e del design della città e il cui restyling era stato affidato al celebre Studio di Ettore Sottsass negli anni Ottanta.
Questa grande scritta d’acciaio (2,5 tonnellate di peso e circa 4 x 5 metri di dimensione), studiata anche nei libri di architettura, campeggiava sull’ex-grattacielo Nira di via dei Pescatori, edificio abbandonato da anni e ora oggetto di demolizione per far spazio al nuovo progetto del waterfront di Renzo Piano nell’area fieristica. Gli AMIXI, nell’ambito del progetto Fondamenta 1, non solo decidono di salvare l’insegna, evitando la distruzione di un’opera che potremmo dire già di per sé d’arte contemporanea, ma indicono un concorso con la curatela di Luca Cerizza, una chiamata alle arti rivolta a dieci artisti.

Una città cancella, l’altra scrive ha avuto una gestazione molto lunga.” Dichiara la stessa artista vincitrice, la più giovane e anche la meno conosciuta del gruppo, “Il processo nel mio lavoro è simile a quello di quando si costruisce un puzzle. Fin quando non ci sono tutti i pezzi e non sono collocati al posto giusto il progetto non è finito. Dal 2013 avevo in testa la scritta immortalata da Gio’ Palazzo, eppure è solo immaginandola come opera pubblica permanente, in una location che si rivolge alla città, ma anche al mare che ha assunto il significato che volevo.”

La storica insegna Ansaldo conosce così nuova vita e nuovo significato grazie all’intervento di Lia che con quest’opera trasforma e ricontestualizza una frase scritta sui muri della città di Torino nel 1976 e che “invita a riflettere su quanto ciascun individuo sia in verità parte di un disegno molto più grande e di come questo momento (come altri) possa riguardare ciclicamente chiunque.



Qual è stata la reazione del pubblico?
L’opera ha riscosso sin da principio una grande curiosità nei genovesi. Ricordo ancora il momento in cui per la prima volta abbiamo acceso la scritta. Luca Cerizza e io ci eravamo allontanati per osservare l'effetto del neon dalla strada, quando una ragazza ci si piazza davanti. Sfodera il cellulare e gli scatta una foto. A me viene da ridere, la ragazza mi sente e mi spiega che la stava mandando a degli amici dato che era appena uscita dal lavoro e che non avrebbe saputo trovare frase più appropriata per commentare la sua giornata. Mi è poi capitato di parlare anche con molte altre persone mentre finivamo di installare l'opera e di conoscere le storie che hanno voluto condividere con me.”


Lia Cecchin (Feltre, 1987) è una giovane artista che vive e lavora a Torino, città dove ha trovato la giusta dimensione per esprimere i propri pensieri. I maestri a cui ha guardato e a cui si sente debitrice sono Duchamp, Manzoni, Fabro e Garutti, senza dimenticare le performance di Abramović e Ulay, la sensibilità di Anselmo, la serialità di Boetti o il carattere partecipativo delle opere di González-Torres, ma deve anche molto al neorealismo letterario e cinematografico.
La sua pratica si contraddistingue per la negazione di qualunque tipo di atto creativo. La realtà è infatti il suo oggetto di interesse e campo di ricerca. Lia lavora sulle urgenze, su ciò che ci circondano, cercando di esaminare fenomeni che sono all’ordine del giorno e di coglierli mentre si presentano. Espone oggetti comuni inserendoli in nuove narrazioni dove potenzialmente ognuno può riconoscersi come protagonista. Attraverso una metodologia archivistica viene riunito un vasto codice condiviso capace di descrivere il nostro presente e ipotizzare un possibile e realistico imminente futuro. Le sue opere sono state esposte in importanti istituzioni, gallerie e spazi no profit, nazionali e internazionali, e ha già ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra i quali, Combat e Francesco Fabbri nel 2018.




Giorgia Ligasacchi è specializzata in mercato dell’arte e art advisory. Dopo collaborazioni con istituzioni museali e compagnie assicurative, oggi fornisce alla clientela dello studio legale Pavesio e Associati with Negri-Clementi servizi di consulenza e assistenza specialistica nel settore fine art e art collectibles, orientandoli nei mercati dell’arte antica, moderna e contemporanea e offrendo soluzioni ad hoc per la creazione, la gestione, la valorizzazione, la protezione e il mantenimento del patrimonio artistico. Giorgia è la responsabile marketing e comunicazione dello studio legale, e co-editrice e supervisore editoriale di Art&Law, rivista scientifica di matrice giuridica.

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